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 Patrimonio storico-artistico a rischio
 La «Stella Maris»? Affonda nel degrado
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Marianna Vitiello
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154 Posts

Posted - 14 dicembre 2011 :  13:08:54  Show Profile  Visit Marianna Vitiello's Homepage
SOS PATRIMONIO A NAPOLI
Ridotta a rudere la chiesa novecentesca di Santa Maria
e San Biagio a pochi passi da San Gregorio Armeno



NAPOLI - Lo possiamo solo immaginare il colore originario della chiesa di Santa Maria Stella Maris e San Biagio, all’angolo di piazzetta Grande Archivio a Napoli. Oggi domina il grigio scuro della pietra nuda. Alcuni pezzetti d’intonaco rimasti lungo le mura (forse gialli?) non bastano a testimoniare il suo aspetto di un tempo. Il resto è stato completamente grattato via dai mattoni e dai blocchi di tufo dell’instabile costruzione. Lo «tsunami» dell’incuria ha lasciato in piedi un rudere che ad un primo sguardo sembra vecchio di secoli. Poi ci si accorge, leggendo l’iscrizione sul portale, che la chiesa fu edificata solo nel 1907 dalla Reale Arciconfraternita dei Caciolii (cioè dei salumieri). Praticamente ieri in rapporto alla storia millenaria della città.



NEOGOTICO RIDOTTO A RUDERE - L’intento di quei devoti commercianti della Napoli post-Risanamento era quello di far diventare il nuovo luogo di culto un punto di riferimento per la comunità e gli artigiani della zona. E forse per qualche anno lo sarà anche stato. Ma è poi seguito un rapido processo di degrado e la definitiva chiusura, favorita probabilmente dal confuso sviluppo urbano che ha caratterizzato l’area soprattutto nella prima metà del secolo scorso. Tra quelle pareti neogotiche si sono intrecciate le vicende di tante famiglie del popoloso quartiere Porto in un epoca di grandi stravolgimenti, a cavallo tra i due conflitti mondiali. E’ indubbio, quindi, il valore storico dell’edificio, sebbene quello artistico rimanga controverso.

«IL MONDO SENZA DI NOI» - «Se si tratta di neogotico (surrogato del gotico e quindi artisticamente di nessun valore ché nei primi anni del '900 l'architettura che faceva arte era ben altra) è perché la chiesa presenta archi a sesto acuto sia in facciata che nelle pareti laterali con finestre biforate sempre inquadrate in archi a sesto acuto» spiega Igor Esposito, scrittore e insegnante di storia dell’arte. «Ma il fatto che a mio avviso non sia un'opera d'arte non vuol dire che non debba essere tutelata e conservata». Anche perché la chiesa costituisce, suo malgrado, un interessante test sugli effetti deleteri causati dall’abbandono pressoché totale di un edificio, che talvolta si possono palesare in tempi molto brevi. Ce ne da un saggio il giornalista americano Alan Weisman nel suo libro intitolato «Il mondo senza di noi» (2008, Einaudi), nel quale ha cercato di dare risposta proprio a questo interrogativo, estremizzando il concetto: cosa accadrebbe se gli esseri umani sparissero dalla terra? Sulla base di studi scientifici accurati dimostra come in pochi anni anche i più imponenti manufatti (strade, ponti, grattacieli, cattedrali) sarebbero riconquistati dalla natura, consumati, resi irriconoscibili dall’azione degli agenti atmosferici. Va inoltre evidenziato che nel caso della nostra piccola Stella Maris i termini della questione si potrebbero paradossalmente ribaltare: l’umanità è infatti ancora tutta qui e ad essere sparita dall’orizzonte quotidiano di quest’ultima è piuttosto l’ex chiesa, che dagli abitanti non viene più percepita come tale ma rimane solo un angolo di strada intorno a cui girare, un paio di mura anonime da usare per annoiati graffiti o buone per fissare un antenna della televisione.



IL MIRAGGIO DI UNA RINASCITA - Il documento che definisce le priorità del Piano di Gestione per i monumenti del centro storico di Napoli, Patrimonio mondiale Unesco dal 1995, inserisce Santa Maria Stella Maris tra le 37 chiese segnalate genericamente dall’Arcidiocesi partenopea come «immobili ecclesiastici per i quali sono previsti interventi unitamente all’ente o istituto competente». In realtà per molte di queste chiese gli interventi, più che previsti, sono auspicati, in quanto non esiste un programma di azioni, nessuno ha ancora stanziato i fondi necessari ne tantomeno sono stati elaborati i progetti di restauro. La rinascita della Stella del Mare rimane quindi un miraggio. Intanto, turisti italiani e stranieri che passeggiano nell’area di San Gregorio Armeno, sostano spesso nella piazzetta per fare uno spuntino, seduti ai bordi della fontana della Sellaria, da pochi anni restaurata. E mentre mangiano un panino hanno tutto il tempo per ammirare il triste spettacolo di quelle mura corrose, di quelle delicate forme gotiche ormai sventrate. Rimangono perplessi, talvolta scattano qualche foto: probabilmente a Pompei hanno visto ville di età imperiale in condizioni migliori.

Marco Molino
13 dicembre 2011
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