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 Sit-in a Palazzo S. Giacomo per Piano di Gestione
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Marcello Mottola
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Posted - 16 settembre 2010 :  14:40:48  Show Profile  Visit Marcello Mottola's Homepage  Send Marcello Mottola an AOL message  Click to see Marcello Mottola's MSN Messenger address
VENERDI’ 24 SETTEMBRE ORE 10:00 - ”SIT-IN A PALAZZO SAN GIACOMO PER IL PIANO DI GESTIONE”
MANIFESTAZIONE CONTRO IL GRANDE RITARDO DEL PIANO DI GESTIONE CHE L’UNESCO ATTENDE DA 15 ANNI….

il Movimento V.A.N.T.O., insieme al COMITATO CIVICO DI S. MARIA DI PORTOSALVO, sta preparando una manifestazione pubblica contro il grave ritardo del Piano di Gestione che l’UNESCO e, soprattutto la nostra città, stanno aspettando da ben 15 anni.

L’ amministrazione comunale, che ha il compito e l’obbligo di redigere questo importante documento, da cui dipende la sorte del nostro centro storico e quindi del prestigio e dell’economia della stessa città, continua infatti a perdere tempo prezioso dimenticando e facendo silenzio sull’imminente scadenza fissata dall’UNESCO per la presentazione fissata per il prossimo febbraio 2011, pena l’esclusione dalla Heritage list (la lista dei siti patrimoni dell’umanità).

Per questo motivo, chiunque fosse interessato a partecipare e supportare la manifestazione è invitato a fornire la propria adesione, inviando anche un marchio dell’Associazione o Comitato (qualora esistente) da apporre sul volantino che si andrà a distribuire, all’indirizzo email a info@portosalvo.org oppure a vanto_xg1@email.it




Edited by - Marcello Mottola on 27 settembre 2010 11:42:06

Marianna Vitiello
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154 Posts

Posted - 16 settembre 2010 :  15:49:11  Show Profile  Visit Marianna Vitiello's Homepage
MANIFESTAZIONE CONTRO IL GRANDE RITARDO DEL PIANO DI GESTIONE
CHE L'UNESCO E, LA CITTA' DI NAPOLI, STANNO ASPETTANDO DA 15 ANNI....


cari amici e care amiche,
il Comitato Civico di S. Maria di Portosalvo insieme ad altre associazioni e altri comitati sta preparando una manifestazione pubblica contro il grave ritardo del Piano di Gestione che l'Unesco e, soprattutto la nostra città, stanno aspettando da ben 15 anni.

L' amministrazione comunale, che ha il compito e l'obbligo di redigere questo importante documento, da cui dipende la sorte del nostro centro storico e quindi dell'economia della stessa città, continua infatti a perdere tempo prezioso dimenticando l'imminente scadenza della presentazione chiesta dall'Unesco entro il prossimo febbraio 2011 - Pena l'esclusione dalla Heritage list .

Per questo motivo, chiunque fosse interessato a questo problema e a questa manifestazione è pregato di fornire la propria adesione al mio stesso indirizzo o all'indirizzo del Comitato di Portosalvo - info@portosalvo.org

ringraziamenti e saluti

Antonio Pariante - presidente del Comitato Civico di s. Maria di Portosalvo - www.portosalvo.org
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Marcello Mottola
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Posted - 17 settembre 2010 :  23:00:24  Show Profile  Visit Marcello Mottola's Homepage  Send Marcello Mottola an AOL message  Click to see Marcello Mottola's MSN Messenger address
Patrimoni Unesco, Napoli quasi esclusa


Poco più di cinque mesi. Centocinquanta giorni: è il tempo rimasto al Comune di Napoli per presentare all#146;Unesco il Piano di Gestione e conservazione dei numerosi edifici storici e monumenti cittadini, evitando così la cancellazione dall#146;elenco dei siti riconosciuti patrimonio mondiale dell#146;umanità. Nella riunione in ambito Onu tenuta lo scorso mese a Brasilia è stata infatti ratificata la decisione di escludere il capoluogo partenopeo se entro il 28 febbraio 2011 gli enti responsabili della tutela non avranno adempiuto agli impegni assunti nel lontano 1995, anno di ammissione del capoluogo campano nella prestigiosa World Heritage List.

La candidatura della città partenopea, promossa 15 anni fa dal ministero dei Beni Culturali, aveva lo scopo di favorire il recupero e la valorizzazione del suo immenso patrimonio storico, archeologico e architettonico, concentrato nel #147;centro antico#148; più esteso d#146;Europa. Ma la gestione dell#146;'area si è rivelata più complessa del previsto: al problema del degrado diffuso, dell#146;incuria, della decennale chiusura al pubblico di inestimabili beni artistici, si è aggiunta la difficoltà di coordinamento tra i diversi soggetti preposti alla loro salvaguardia. Oltre al Comune e al Ministero sono competenti per i beni culturali di Napoli la Regione Campania e la Provincia, le tre Soprintendenze (ambientale, archeologica e polo museale) e la curia arcivescovile, proprietaria di quasi 800 chiese nell'#146;area metropolitana.

Negli ultimi cinque anni le commissioni Unesco hanno compiuto diverse #147;ispezioni#148; a Napoli, riscontrando ogni volta il peggioramento delle condizioni di gran parte dei monumenti cittadini. Ma i pressanti inviti alla stesura di un serio ed immediato programma d#146;interventi (per il quale l#146;organismo internazionale ha anche offerto la sua consulenza gratuita) si sono puntualmente scontrati contro un muro di gomma. #147;Oggi la #145;distrazione#146; deriva paradossalmente dal Forum delle Culture che, per le ingenti risorse che porta appresso, pari a circa 2 miliardi di euro, catalizza totalmente l#146;attenzione degli enti locali e fa ancora dimenticare il Piano di Gestione#148;, spiega Antonio Pariante, presidente del Comitato Civico di Portosalvo.


Grandi eventi e fondi europei sembrano essere gli ingredienti principali per il rilancio che l'#146;amministrazione Jervolino annuncia (da anni) come prossimo. Si è puntato molto sul Progetto integrato #147;Grande Attrattore Culturale Napoli#148;, che ha previsto l#146;impiego di 64 milioni di euro per il restauro di 30 monumenti dell#146;area. Ma i risultati sono stati marginali e poco valorizzati. Tra le proposte per superare la paralisi, c#146;è quella della creazione di una #147;zona franca#148;, avanzata già nel 2006 dal presidente! del Comitato Centro Storico Unesco, Raffaele Raimondi: #147;Non otterremo! mai nulla #150; ribadisce #150; se procediamo con interventi isolati di restauro. Il centro storico è un unicum da progettare nel suo insieme, anche utilizzando lo strumento della fiscalità di vantaggio per favorire gli investimenti privati, come è stato per il centro storico di Dublino#148;.

Per le amministrazioni iscritte nel Patrimonio Mondiale, l#146;Unesco stabilisce rigidi vincoli in merito al recupero delle aree protette, con regole di esclusione dei soggetti che non rispettano determinati standard. Ogni Stato membro, è tenuto a presentare un rapporto periodico sulle condizioni dei siti presenti nel suo territorio e sulle misure intraprese per la loro conservazione. Ciascuna autorità locale, inoltre, deve predisporre un Piano di Gestione per il sito di cui è responsabile. Tali piani servono a definire le priorità di intervento e le relative modalità di esecuzione, oltre alle azioni per reperire le risorse pubbliche e private necessarie, in aggiunta a quelle previste dal ! Fondo Unesco.


(di Marco Molino - fonte http://www.napoli.com/)

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Marcello Mottola
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Posted - 22 settembre 2010 :  14:43:09  Show Profile  Visit Marcello Mottola's Homepage  Send Marcello Mottola an AOL message  Click to see Marcello Mottola's MSN Messenger address
Arte & Dintorni: L’Unesco chiama, Napoli non risponde
mercoledì 22 settembre 2010
di MARCELLO MOTTOLA

“Un altro schiaffo alla città”. Con questo slogan il Comitato Civico Santa Maria Portosalvo ed il Movimento V.A.N.T.O. (Valorizzazione Autentica Napoletanità a Tutela dell’Orgoglio) hanno indetto per venerdì 24 Settembre 2010 alle ore 10 un sit-in all’ingresso di Palazzo San Giacomo per chiedere all’Amministrazione Comunale ed alla Giunta Iervolino la definitiva emanazione del Piano di Gestione per la Città di Napoli.

Il centro storico di Napoli sta rischiando di perdere il riconoscimento Unesco di “Sito Patrimonio dell’Umanità”, un riconoscimento che gli è stato attribuito nel lontano 1995 quando l’allora Ministero dei Beni Culturali promosse la candidatura del centro storico partenopeo con lo scopo di favorirne la tutela, il recupero e la valorizzazione.

“La gestione dell’area si è rivelata più complessa del previsto - rileva Marco Molino, giornalista free-lance e collaboratore de il Sole 24 Ore -, al problema del degrado diffuso, dell’incuria, della decennale chiusura al pubblico di inestimabili beni artistici si è aggiunta la difficoltà di coordinamento tra i diversi soggetti preposti alla loro salvaguardia”.

Una gestione che doveva essere garantita dall’elaborazione da parte del Comune del “Piano di Gestione”. Infatti, ciascuna richiesta d’iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale deve essere accompagnata da un documento, il Piano di Gestione appunto, in cui è descritto in che modo s’intende tutelare e valorizzare il sito prossimo a divenire patrimonio mondiale.

Obiettivo primario del Piano di Gestione è quello di assicurare un’efficace protezione del bene, per garantirne la trasmissione alle future generazioni, ma anche di far si che vengano elaborati tutti i sistemi ed i servizi correlati alla fruizione di quel patrimonio culturale (sicurezza, pulizia, accoglienza, esercizi pubblici, alberghi). In ambito nazionale, la legge 20 febbraio 2006 n. 77 “Misure speciali di tutela e fruizione dei siti italiani d’interesse culturale, paesaggistico e ambientale, inseriti nella lista del patrimonio mondiale, posti sotto la tutela dell’UNESCO” introduce, come un dovere, la redazione dei Piani di Gestione per i siti italiani già iscritti nella Lista.

Molte città italiane hanno già elaborato questo documento come - ad esempio - la città di Firenze, dove la giunta comunale l’ha prima redatto e poi approvato, nel lontano marzo 2006. “Purtroppo Napoli segna un cronico ritardo nell'elaborazione del Piano di Gestione, a differenza delle altre città d'arte italiane - afferma il presidente del Comitato Portosalvo Antonio Pariante -, dal 1995 ad oggi nessuna giunta napoletana si è fatta carico di ottemperare a questo dovere, creando di fatto un caso Napoli, e ora l’UNESCO ha deciso di fronteggiare Il Comune fissando un ultimatum al 28 febbraio 2011”.

Una decisione senza precedenti. Una scelta clamorosa se si considera il valore storico-artistico del centro storico di Napoli e che, come uno “schiaffo”, sembra essere l’unica opportunità da parte dell’Unesco di scuotere gli ambienti governativi napoletani. Oltre all’immagine del capoluogo campano è la stessa economia della città ad essere messa in crisi, ma le condizioni irrevocabili fissate dall’UNESCO, con una data di scadenza oltre la quale le trattative saranno rotte, non debbono apparire come una scelta troppo severa in quanto sono arrivate gradualmente.

“Negli ultimi cinque anni - spiega Marco Molino - le commissioni Unesco hanno compiuto diverse ispezioni a Napoli, riscontrando ogni volta il peggioramento delle condizioni di gran parte dei monumenti cittadini. Ma i pressanti inviti alla stesura di un serio ed immediato programma d’interventi, per il quale l’organismo internazionale ha anche offerto la sua consulenza gratuita, si sono puntualmente scontrati contro un muro di gomma”.

Mentre le energie dell’amministrazione cittadina sono tutte indirizzate al Forum delle Culture 2013, il centro storico di Napoli corre un grosso rischio ed è pronto a “porgere l’altra guancia” rispetto ad “un altro schiaffo alla città”.

(fonte Nuova Agenzia Radicale http://www.agenziaradicale.com/index.php?option=com_content&task=view&id=11117&Itemid=40)
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Marcello Mottola
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Posted - 22 settembre 2010 :  14:46:05  Show Profile  Visit Marcello Mottola's Homepage  Send Marcello Mottola an AOL message  Click to see Marcello Mottola's MSN Messenger address

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Marcello Mottola
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Posted - 27 settembre 2010 :  11:49:26  Show Profile  Visit Marcello Mottola's Homepage  Send Marcello Mottola an AOL message  Click to see Marcello Mottola's MSN Messenger address
Un buon resoconto sull'iniziativa del Comitato in quest pagina del Corriere del Mezzogiorno a firma di Luca Mattiucci.



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Marcello Mottola
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Posted - 28 settembre 2010 :  14:23:36  Show Profile  Visit Marcello Mottola's Homepage  Send Marcello Mottola an AOL message  Click to see Marcello Mottola's MSN Messenger address
COMUNICATO STAMPA DEGLI ASSESSORI BELFIORE E ODDATI



Assessorato Edilizia pubblica e privata - Supporto tecnico al recupero del Centro Storico – SIRENA - Politica della Casa - Area CIPE – Pubblicità – Affissioni – Antiabusivismo Edilizio
L’Assessore/Prof. Pasquale Belfiore


CENTRO STORICO DI NAPOLI

Alcuni articoli apparsi di recente sulla stampa hanno espresso preoccupazione per la cancellazione del centro storico di Napoli dalla lista dei Siti del Patrimonio Mondiale Unesco. Analoga preoccupazione è stata manifestata venerdì scorso davanti Palazzo San Giacomo da alcune associazioni napoletane che hanno protestato per la mancata approvazione del Piano di gestione del centro storico.
L’Amministrazione Comunale intende fornire su questo tema una informazione corretta e esauriente, premettendo che, allo stato attuale dei rapporti Comune di Napoli-Unesco, l’ipotesi della cancellazione risulta oltremodo improbabile, anche grazie a due iniziative già in atto.
La prima è quella legata al Grande Programma Centro Storico Unesco, inserito nel PIU Europa. E’ a tutti nota la decisione della Giunta Regionale di sospendere il finanziamento di questo programma dotato di 220 milioni di euro, approvato dalla Cabina di regia e dalle Giunte comunale e regionale nel 2009, nonché condiviso con la cittadinanza nel corso di oltre venti incontri pubblici. Sono pronti progetti esecutivi cantierabili per quasi 40 milioni di euro. Si spera in una ripresa del dialogo istituzionale con la Regione, anche in previsione del Forum delle culture previsto per il 2013.
La seconda è quella legata al Piano di gestione del centro storico, Sito Unesco. L’accordo Regione-Comune-Unesco siglato a Parigi nel febbraio di quest’anno, prevede la consegna del Piano nel febbraio 2011. C’è stato a giugno un primo seminario a Ravello-Napoli con una delegazione di esperti Unesco e del Comune di Napoli; un secondo seminario è previsto agli inizi di novembre, preceduto da un incontro con Unesco ai primi di ottobre. Tra novembre e dicembre si avrà il confronto con le istituzioni e le rappresentanze cittadine; a febbraio, la citata consegna a Unesco della bozza di Piano.
Questo è lo stato dell’arte sul tema del centro storico di Napoli. L’attenzione della società civile e del mondo dell’associazionismo culturale è importante e utile, come doveroso controllo e come stimolo, a condizione che si riconoscano i risultati a coloro che a questo problema dedicano costante e partecipe impegno.



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Marcello Mottola
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Posted - 30 settembre 2010 :  10:43:01  Show Profile  Visit Marcello Mottola's Homepage  Send Marcello Mottola an AOL message  Click to see Marcello Mottola's MSN Messenger address

Arte & Dintorni: Oddati e Belfiore sul centro storico di Napoli
mercoledì 29 settembre 2010
di MARCELLO MOTTOLA



Venerdì 24 settembre 2010 davanti Palazzo San Giacomo di Napoli talune associazioni, tra le quali il Comitato Portosalvo ed il Movimento VANTO, e numerosi cittadini del territorio - tra cui il cantante Eddy Napoli - sono scese in piazza per manifestare la loro preoccupazione per la cancellazione del centro storico di Napoli dalla lista dei Siti del Patrimonio Mondiale Unesco.

Titoli incisivi della stampa hanno così commentato l’iniziativa: 'L'Unesco potrebbe depennare Napoli' (Corriere del Mezzogiorno 25/09/2010); 'Associazioni in piazza: salvare il centro storico' (Il Mattino 25/09/2010).
Non si è fatta attendere la replica dell’Amministrazione Comunale che, attraverso gli Assessori Belfiore e Oddati, ha reso noto come “allo stato attuale dei rapporti Comune di Napoli - Unesco, l’ipotesi della cancellazione risulta oltremodo improbabile, anche grazie a due iniziative già in atto.

La prima è quella legata al Grande Programma Centro Storico Unesco, inserito nel PIU Europa. E’ a tutti nota la decisione della Giunta Regionale di sospendere il finanziamento di questo programma dotato di 220 milioni di euro, approvato dalla Cabina di regia e dalle Giunte comunale e regionale nel 2009, nonché condiviso con la cittadinanza nel corso di oltre venti incontri pubblici. Sono pronti progetti esecutivi cantierabili per quasi 40 milioni di euro. Si spera in una ripresa del dialogo istituzionale con la Regione, anche in previsione del Forum delle culture previsto per il 2013.

La seconda è quella legata al Piano di gestione del centro storico, Sito Unesco. L’accordo Regione-Comune-Unesco siglato a Parigi nel febbraio di quest’anno, prevede la consegna del Piano nel febbraio 2011. C’è stato a giugno un primo seminario a Ravello-Napoli con una delegazione di esperti Unesco e del Comune di Napoli; un secondo seminario è previsto agli inizi di novembre, preceduto da un incontro con Unesco ai primi di ottobre. Tra novembre e dicembre si avrà il confronto con le istituzioni e le rappresentanze cittadine; a febbraio, la citata consegna a Unesco della bozza di Piano. Questo è lo stato dell’arte sul tema del centro storico di Napoli. L’attenzione della società civile e del mondo dell’associazionismo culturale è importante e utile, come doveroso controllo e come stimolo, a condizione che si riconoscano i risultati a coloro che a questo problema dedicano costante e partecipe impegno”.

Ancora una volta iniziative non violente promosse dall’associazionismo culturale si dimostrano efficaci nello stimolare l’Amministrazione Comunale ad un risposta su temi di attualità, altrimenti lasciati in secondo piano. Lascia perplessi di come il cronico ritardo nell’elaborazione del Piano di Gestione non sembra preoccupare la giunta comunale. Indecoroso è invece il destino dei monumenti di Napoli, vittime dell’ennesimo scontro istituzionale tra Comune di Napoli e Regione Campania che ha portato alla rinuncia (spontanea) di un capitale di 220 milioni di euro! Tali fondi, chiaramente non sufficienti al restauro di tutti i 700 ettari del centro storico Unesco, apparivano fino a qualche tempo fa come indispensabili per dare inizio al cambiamento. Ed a confronto i quasi 40 milioni di euro pronti per progetti esecutivi cantierabili fanno sorridere.

La preoccupazione resta. Non vorremmo che, essendo la Sanità sull’orlo del baratro con i fari puntanti sui bilanci delle ASL, gli sforzi e le energie istituzionali si indirizzino soltanto su questa situazione di emergenza, trascurando la cura dei monumenti in quanto oggetti inanimati. L’importanza di questi “oggetti inanimati” appare prioritaria per il rilancio della città. Oltre ad essere portatori di valenza culturale e ad essere lo specchio e l’immagine della città, i monumenti del centro storico sono soprattutto una fonte di ricchezza economica.


(fonte NUova Agenzia Radicale - http://www.agenziaradicale.com/index.php?option=com_content&task=view&id=11163&Itemid=40)
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