Reale Albergo dei Poveri e dei ricchi sprechi

Tutto quello che si nasconde dietro la faraonica facciata di Palazzo Fuga: da Google maps sbuca un parcheggio di autovetture e si evidenziano ancora le rovine del terremoto ‘80

lunedì 1 marzo 2010

Uno scorcio della facciata di Palazzo Fuga dal lato di
via Bernardo Tanucci

A giudicare dall'impegno del Comune di Napoli ed a contare sulle assicurazioni ricevute a livello governativo e sulla disponibilità dei fondi reperiti con finanziamenti dall'Unione Europea, si poteva pensare che questa volta Napoli non si sarebbe lasciata sfuggire l'occasione. Il reportage fotografico del Comitato Civico di Portosalvo dal titolo “Sepolcri imbiancati” sottolinea invece l’ennesima opportunità sprecata per valorizzare uno dei luoghi simbolo del centro storico di Napoli. Nonostante i 90 milioni di euro impiegati nel lontano 2001 per i lavori di consolidamento ed i quasi 39 milioni di euro stanziati nel 2005 per la realizzazione della “Città dei Giovani”, l’opera di riqualificazione del Reale Albergo dei Poveri resta incompiuta. “Non solo la cosiddetta Città dei Giovani non è stata completata ed il recupero della facciata dell’edificio non è stato terminato” -dichiara il presidente del Comitato Civico di Portosalvo Antonio Pariante, da anni impegnato per la tutela e la salvaguardia del patrimonio culturale napoletano- “ma l’interno dell’edificio presenta ancora le tracce del terremoto ’80 e dal satellite si nota che una parte del tetto è crollato e che nel cortile settecentesco vi è un parcheggio di autovetture (autorizzato?)”. Osservando le foto scattate da Marcello Mottola e Marianna Vitiello, giovani collaboratori del Comitato Portosalvo, il fronte nord-est di Palazzo Fuga (cioè il lato che affaccia su via Bernardo Tanucci) presenta le stesse condizioni di degrado antecedenti all’inizio dei lavori di restauro. “Ancora una volta dobbiamo quantificare lo spreco -afferma Pariante- e prendere atto che, per non perdere quei pochi finanziamenti europei che arrivato a Napoli, l’amministrazione locale è disposta a tutto, anche a predisporre e approvare monumentali progetti fuori dalla realtà di un centro storico che necessiterebbe di centinaia di veri cantieri di restauro e manutenzione”. L’Albergo dei Poveri, noto anche come Palazzo Fuga, costituisce per forma e dimensione un esempio ineguagliabile della magnificenza civile del 1700. “Se pensiamo alla facciata -dichiara lo storico dell’arte Vincenzo Rizzo, esperto d’arte napoletana del XVII-XVIII secolo- noteremo che si estende per un fronte continuo di 354 metri, circa cento metri in più rispetto al prospetto della non distante Reggia di Caserta”. Monumento unico in Europa per impianto architettonico, con una superficie pari a 103 mila metri quadri, l’Albergo dei Poveri doveva ospitare un centro polifunzionale per giovani provenienti da tutta Europa. “Verrebbe da chiedersi se sarà mai possibile frequentare i corsi di studio universitari o di specializzazione, fare teatro, musica, andare al cinema, fare sport, accedere agli alloggi o all’agorà nonché alle altre strutture previste nel progetto della cosiddetta Città dei Giovani” precisa Marcello Mottola, dottore in diagnostica e restauro, al quale seguono le parole d’indignazione di Antonio Pariante “questa presunta opera di riqualificazione è la prova schiacciante del grande fallimento dell’ amministrazione locale nella gestione e nella valorizzazione del centro storico di Napoli”. Un grido d’allarme, quello del Comitato di Portosalvo, lanciato già in tempi non sospetti. “Nel 2008 avevamo espresso dubbi e perplessità inoltrando una nota alla Sovrintendenza dei Beni Architettonici e Storici sulla tinteggiatura della facciata -spiega Marianna Vitiello dottoressa in diagnostica e restauro ed esperta di valorizzazione dei beni culturali- a nostro parere essa infatti non era conforme al progetto della cromia originale studiata da Giancarlo Alisio che aveva preventivato il colore bianco e rosa su tutto l’edificio, ma purtroppo le costosissime impalcature sono state smontate e il colore è rimasto come lo vediamo oggi”. Ma ancora più sconfortante è la recente notizia di una mini-tangentopoli del restauro tutta campana, con a capo nientedimeno che il soprintendente del Ministero dei Beni e Attività Culturali Enrico Guglielmo che avrebbe pilotato, per un importo di oltre 12 milioni di euro, le gare per il restauro e la valorizzazione di importanti monumenti della Regione, tra i quali anche il Reale Albergo dei Poveri di Napoli. “Questa situazione scredita l’immagine di Napoli presso l’Unesco, immagine già compromessa dalla cronica mancanza del Piano di Gestione e dal crescente degrado del prezioso centro storico cittadino -conclude Pariante- ora alla prestigiosa istituzione internazionale, che aveva avallato l’ambiziosa opera di riqualificazione di Palazzo Fuga, non resta che prendere atto dell’ennesimo progetto-pretesto servito solo a fagocitare, con appalti e subappalti, milioni di euro”.

::: Tratto dal sito: www.Portosalvo.org - (giovedì 2 maggio 2024) :::