nuove misure per la sicurezza delle chiese e la tutela dell'arte sacra sul territorio

RISCHIO FURTI: LE CHIESE DI NAPOLI NON SONO A NORMA

sistemi di allarme obsoleti e impianti di sicurezza inadeguati nella maggioranza degli edifici religiosi - a rischio i capolavori dell'arte sacra presenti nelle strutture ecclesiastiche della città

mercoledì 28 settembre 2016

un furto in una chiesa di Napoli

Il recente e clamoroso furto delle offerte di San Gennaro, avvenuto alla Sagrestia del Duomo, ripropone il problema della sicurezza dei luoghi e della tutela dell’arte sacra nella città di Napoli dove la maggior parte delle chiese esistenti presenta ancora sistemi di allarme decisamente obsoleti e impianti di sicurezza assolutamente inadeguati. Con le nuove linee guida emanate oltre un’anno fa dal Mibact, di concerto con la Cei e il Comando Generale dei Carabinieri dei Beni Culturali, si scopre infatti che la gran parte delle chiese di Napoli non sono a norma. Un indagine realizzata dall’architetto Vincenzo Giunta, esperto del Comitato di Portosalvo, ha rivelato che nella stragrande parte delle chiese napoletane, che per numero totale superano anche quelle di Roma, mancano tutti gli elementari requisiti di sicurezza ricercati oggi dal Ministero. Le chiese medie e grandi come Santa Chiara, San Lorenzo Maggiore, la Pietrasanta, San Paolo Maggiore, San Domenico Maggiore, San Giovanni Maggiore, San Giovanni a Carbonara, Santa Caterina a Formiello, Santa Maria Donnaromita, risultano ancora oggi prive di sufficienti telecamere, impianti infrarossi e di adeguati sistemi di sicurezza e di organizzazione capaci di tutelare i capolavori dell’arte sacra in esse contenute. Capitolo a parte per le oltre 200 chiese chiuse e abbandonate in tutta la città come Santa Maria della Sapienza, Sant’Agostino alla Zecca, Gesù e Maria, San Francesco delle Monache, San Giovanni Battista ai Camaldoli, Santa Maria di Portosalvo, Santa Maria Cosmedin, Santa Maria Vertecoeli, Santa Croce al Mercato, i Girolamini, da sempre alla mercè dei ladri, che adesso reclamano uguali tutele al pari delle altre chiese aperte e più fortunate. * DI SEGUITO IL DOCUMENTO DEL MIBACT E DELLA CEI CONTENENTE LE 'LINEE GUIDA PER LA TUTELA DEI BENI CULTURALI ECCLESIASTICI'.

::: Tratto dal sito: www.Portosalvo.org - (giovedì 9 maggio 2024) :::