Marianna Vitiello
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Posted - 04 marzo 2010 : 14:01:06
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MARTEDÌ, 02 MARZO 2010 M.A.D.R.E., M.A.D.R.E., M.A.D.R.E., SEMPRE E SOLO M.A.D.R.E. Giovanna Donadio Coordinatrice cittadina Fareambiente
Oggi 2 marzo una “catena umana” ha silenziosamente manifestato dinanzi al Museo Madre di Napoli per denunciare pubblicamente il dissenso verso la politica culturale della giunta Bassolino che considera gli altri musei della Campania “figli di una Madre minore”. Il tutto è stato preceduto da una conferenza stampa presso la Fondazione Vico, in via San Gregorio Armeno il cui presidente, Vincenzo Pepe, ha fortemente voluto un coordinamento dei musei campani. La manifestazione nasce dal comune sentimento di sdegno per le decisioni prese dalla giunta della regione Campania che con una delibera del 19 febbraio 2010, ha ripartito i finanziamenti europei ai vari progetti di promozione culturale, attribuendo 20 milioni di euro al Museo Madre e 11 milioni di euro al Napoli Festival Teatro Italia che aggiunti ai 30 milioni già stanziati portano nelle casse del Teatro ben 41 milioni di euro. Il museo Madre ed il suo direttore Eduardo Cicelyn si ritrovano al centro di roventi polemiche dopo quelle scaturite dall’allestimento di Piazza Plebiscito dello scorso Natale ad opera di Carsten Nicolai che rimarrà nella memoria di quei pochi napoletani che sono riusciti a vederlo per la brevità dell’esposizione (3 giorni!!) e costato 500mila euro e dall’apertura del Madrenalina, la discoteca nel museo, su cui Cicelyn dichiarava “si potrebbe per assurdo sostenere che la riproduzione in un museo delle situazioni e dei comportamenti da bar sia di per se un evento artistico a tutti gli effetti”. A fianco dei rappresentanti dei musei che mano nella mano hanno dato vita alla manifestazione tra le associazioni c’erano Fareambiente, con Vincenzo Giunta, il Comitato civico di S. Maria di Portosalvo, con Antonio Pariante, l’associazione Chiaia per Napoli, con Paolo Santanelli che insieme hanno detto basta a questa politica culturale iniqua e poco trasparente: la Regione Campania ha 220 musei, di cui 86 hanno la rilevanza regionale ma la politica culturale bassoliniana ne favorisce uno solo, il Madre, a discapito di tutti quanti gli altri dimenticando che ogni piccolo museo di ogni piccolo comune campano che chiude per carenza di fondi è una ulteriore ferita in questa lacerata regione. COMMENTO: Il sentimento di sdegno è veramente forte soprattutto se si considera che il M.A.D.R.E. dopo tutti i fondi intascati sta per operare tagli alla gestione ordinaria mettendo così a rischio il posto di lavoro per 60 dipendenti. E' l'ennesimo caso di cattiva gestione dei soldi pubblici, utilizzati solo a fini clientelari. Bassolino e la sua cricca sanno bene che a fine mese andranno via ed allora continuano a riempire le casse delle società da loro controllate di modo tale da creare un budget che gli permetterà di sopravvivere il tempo utile per riorganizzarsi. Con questi presupposti la nostra associazione "Chiaia per Napoli" non poteva non portare solidarietà a chi combatte la stessa battaglia. Ma i politici in tutto questo dove erano? Come unico rappresentante della categoria ho visto solo Luciano Schifone che in relazione alla pregressa esperienza di assessore al turismo sotto la giunta regionale Rastrelli, è sempre attento alle risorse artistiche del territorio. (Paolo Santanelli)
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Contro il Madre girotondi e proteste In piazza precari e piccoli musei Doppia rivolta, contro i 2o milioni per le mostre e i tagli alla gestione ordinaria: a rischio 60 giovani dipendenti
NAPOLI — Madre? No, matrigna. Il museo di arte contemporanea Donnaregina, fiore all’occhiello della politica culturale della Regione, all’ultimo atto della consiliatura, scricchiola dall’interno e viene (ancora) attaccato dall’esterno. Così due mobilitazioni nate separatamente diventano una. I PICCOLI CONTRO IL GIGANTE - Da una parte il Comitato dei piccoli musei campani che protestano contro i 20 milioni di fondi europei assegnati alla struttura e vincolati alla organizzazione di mostre. Dall’altra i sessanta precari della Pierreci (scatola cinese di Scabec, fornitrice di servizi alle sale di via Settembrini) che rischiano di perdere il posto perché la Regione ha tagliato i fondi ordinari (da 2 milioni e 700 dell’anno scorso a 1 e 7oo del 2010). Nella chiesa di San Gennaro all’Olmo, dove Vincenzo Pepe, presidente della Fondazione Vico, ha convocato un incontro «militante», c’è un mutuo scambio di solidarietà.
DUE PROTESTE IN UNA - I lavoratori del Madre condividono l’agitazione dei circa cento musei rappresentati nel tempio che vide il battesimo del filosofo de I corsi storici, e loro appoggiano quella dei precari. Pepe, che insegna diritto costituzionale comparato e diritto dell’ambiente e beni culturali alla Seconda Università di Napoli, rilancia: «Noi protestiamo contro il Madre perché vogliamo salvare il Madre. Assegnare maxifondi per gli eventi e mettere a rischio i dipendenti significa avviare il museo alla chiusura». Poi tutti davanti al portone di Donnaregina dove va in scena il girotondo (tra gli altri ci sono Peppe Morra del Nitsch, Maria Pia Incutti del Plart, Giuseppe Reale di Santa Maria La Nova, Antonio Pariante del comitato di Santa Maria di Portosalvo per il Filangieri, Marinella Pucci del Museo irpino ed altri).
CICELYN: IL MADRE RISCHIA DI CHIUDERE - Ad aspettarli un Eduardo Cycelin, direttore del Madre, non meno preoccupato: «Se la Regione dimezza i fondi di gestione, il museo rischia di chiudere. È vero che abbiamo i finanziamenti per i progetti, ma come si fa a tenere aperte le sale senza personale?». E sui girotondini celia: «Evidentemente sono qui a portarci la loro solidarietà». Pepe non è d’accordo: «Parla come Maria Antonietta con il popolo. Hanno fame? Date loro delle brioches». E fa un appello ai candidati De Luca e Caldoro: «Chiedano a Bassolino di revocare la delibera che di fatto ipoteca i prossimi tre anni». A una richiesta di sospensione e, in seconda istanza, a un ricorso al Tar, sta lavorando per conto del comitato l’avvocato Luciano Costanzo: «Mi appellerò a un difetto di motivazione del provvedimento e alla sua illogicità».
Natascia Festa 03 marzo 2010 ( corriere del Mezzogiorno)
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