barocco1979
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Posted - 04 gennaio 2011 : 17:45:32
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Qui, senza prolungarmi troppo, avanzo quello che è all'inizio era solo un sospetto, ma che col tempo è diventata non proprio una certezza, ma per meglio dire una speranza, una speranza con la esse maiuscola!!!!!!! Mi spiegherò meglio. E' comunemente ritenuto certo che gli affreschi di Giotto eseguiti a S.Chiara nel suo soggiorno napoletano, tra il 1328 ed il 1334, periodo in cui operò anche nel cantiere di Castel Nuovo, siano stati distrutti nel periodo Vicereale. Gennaro Aspreno Galante, nella sua "Guida Sacra della Città di Napoli", pubblicata nel 1872, sostiene che i cicli affrescati da Giotto furono "cancellati", non distrutti; molti altri studiosi sostengono addirittura che sarebbero stati coperti di calce. Ora quello che qui si propone è questo: se nelle cappelle laterali sia di destra che di sinistra, nel restauro postbellico, sono venute in ottime condizioni persino le decorazioni a fresco delle bifore e delle trifore, chi ci dice che sulle pareti destra e sinistra della navata, su quella del transetto, su quella della controfacciata,e su quelle del Coro delle Clarisse,nascosti sotto i strati di intonaco postbellico e di epoca vicereale (lo scempio sarebbe stato eseguito dal Vicerè Barrionuevo), si nasconda il più grande colpo di scena della Storia dell'Arte?. Se fossero ancora presenti, gli affreschi sarebbero allo stesso tempo la più grande opera pittorica lasciataci dal Medioevo Europeo, firmata dal più grande pittore del Medioevo!!!!!!!!!! Qui ovviamente non si ha nessuna presunzione di atteggiarsi a "Indovini della Storia dell'Arte". Ma fare delle indagini sarebbe un dovere verso S.Chiara, la Città di Napoli e la Storia dell'Arte. E' da specificare che praticamente neanche l'apertura delle finestre barocche nel'700, realizzata murando parte delle bifore, ed utilzzandone il resto per costruire i coretti barocchi, demoliti a loro volta per recuperare i materiali mancanti delle bifore per ricomporle, non avrebbe praticamente per nulla danneggiato gli affreschi. Anzi, l'intonacatura del'500 e la coltre di stucchi del '700 avrebbero protetto gli affreschi giotteschi dalle intemperie, dal tempo, ed infine dal rogo del 1943. Un' indagine, qui lo si ribadisce, è d'obbligo. Anche perchè, come disse Plinio il Vecchio, partendo da Miseno con la flotta imperiale romana, per portare soccorso alle città vittime dell'eruzione del Vesuvio del 79 d.C:"La Fortuna aiuta gli audaci". Ma mentre se il grande scienziato perse la vita in quella immane catastrofe, qui, se si centrasse l'obbiettivo, sarebbe un evento eccezionale per l'intera umanità. Massimiliano Piccenna.
Massimiliano Piccenna |
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