leopoldo
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Posted - 30 gennaio 2011 : 18:32:36
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La storia di questo quartiere è antica e mirabile. Un tempo era nota col nome di Planuria (Planura o Planorum), o anche col nome volgarizzato di Chianura o anche Villa Planuriae Majoris e Terra Plana in contrasto con le alture limitrofe. La prima colonizzazione di quest’area risale al periodo greco: infatti nella zona sono stati ritrovati accanto a numerosi reperti di età classica, un “tesoretto” di tetradrammi attici con monete di Jerone, tiranno di Siracusa, e una struttura in blocchi di tufo di certa origine e manifattura greca. Inoltre, sono state scoperte costruzioni sannitiche e principalmente di epoca romana avvalorando la tesi di un’intensa stratificazione di civiltà in epoche successive. La valle di Pianura rappresentava un passaggio obbligato per i collegamenti terrestri tra Neapolis e i centri dell’area flegrea e successivamente per Roma. Il più antico tracciato era la via per colles (in seguito detta Antiniana), il tracciato s’inerpicava per la collina del Vomero, ridiscendeva per cupa Marzano, attraversava Soccavo e Pianura fino ad incrociare la via Consolare Campana all’altezza della Montagna Spaccata. questa via di comunicazione fu costruita per volere dell’imperatore Traiano. Lungo questa importante via di comunicazione, come nelle altre importanti arterie romane, vi sono necropoli risalente all’epoca romana. Il quartiere di Pianura è stato sin dai tempi antichi famoso per l’estrazione di una particolare pietra lavica chiamata piperno. Tra gli edifici di culto più importanti è la chiesa di S. Giorgio Martire, la sua costruzione risale alla prima metà del XIII° secolo, per volere di operai, probabilmente minatori assegnati alle locali cave di piperno. Variamente rielaborata nel 1620, venivano donate alla chiesa le reliquie di S. Giorgio Martire, offerte dalla magnanimità dell’allora vescovo di Pozzuoli Monjoio Palatino; tra il XVII° e XVIII° secolo si realizzarono la balaustra in marmo dell’alare maggiore ad opera del maestro Vincenzo Trinchesi, dipinti su tela raffiguranti la Vergine e il trionfo di S. Giorgio sul male. Tra il 1811 e il 1819 venne aggiunto il campanile con l’attuale facciata.
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