leopoldo
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Posted - 30 gennaio 2011 : 12:20:27
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Prima di entrarvi, a sinistra, si leggono tre iscrizioni. Una in versi indica la tomba di Virgilio; le altre due dichiarano la ristorazione delle antiche terme di acque minerali, che si trovano da Fuorigrotta fino alle tre colonne del tempio di Serapide. Sulla grotta si vede forato nel monte l’antico acquedotto, che diviso in due rami, l’uno portava l’acqua a Pozzuoli e a Miseno, l’altro a Posillipo alla villa di Lucullo e di Pollione. L’antro è uno di quegli antichi passaggi, che i primi abitanti di queste contrade praticavano in tutte le colline per abbreviare la strada fra Cuma, Pozzuoli e Napoli. Ai tempi di Augusto, dice Strabone, era largo quanto facea d’uopo per due carri, che avessero potuto incontrarsi ed era illuminato da frequenti aperture nella volta. Seneca essendosi recato da Baia a Napoli, passò per questa grotta, che descrive molto lunga, fangosa ed oscura. Petronio ci attesta, che la sua volta era tanto bassa, che bisognava passarla a capo inchinato. Fa d’uopo credere, che ciò era effettivamente solamente in qualche punto. In quest’antro fu ambientato la scena di Quartilla e di Psiche, i cui misteri furono turbati da quei giovani temerari, di cui si fa parola nel Satyricon. Alfonso I° d’Aragona fece abbassare la grotta e renderla più larga, più luminosa e più piana. Sotto Carlo V° il Vicerè Pietro di Toledo, cui deve Napoli la bella strada, che porta il suo nome, la fece selciare e la ridusse al presente livello. Alla fine di febbraio e di ottobre, il sole cadente, vi splende da un’estremità all’altra.
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