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 Comitato Portosalvo
 Patrimonio storico-artistico a rischio
 PULITURE ILLEGALI SUI MONUMENTI
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Marcello Mottola
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Posted - 30 dicembre 2010 :  13:59:02  Show Profile  Visit Marcello Mottola's Homepage  Send Marcello Mottola an AOL message  Click to see Marcello Mottola's MSN Messenger address
Giustizieri dei monumenti a Santa Chiara e a Castel Capuano
pulitura abusiva arreca più danni dell’inchiostro delle bombolette spray


Il reportage fotografico dell’Associazione Portosalvo Giovani - a firma dei neolaureati in Restauro di Napoli - denuncia lo scempio avvenuto sui muri della facciata principale della Chiesa di Santa Chiara, patrimonio mondiale Unesco dal 1995.
L’associazione “Portosalvo Giovani”, che nasce da una costola del Comitato Civico di Santa Maria di Portosalvo per volontà di alcuni giovani neolaureati in Restauro, è indignata per questo spiacevole evento e sta valutando la possibilità di presentare, presso il Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Napoli, una denuncia verso ignoti per gravi danni al patrimonio storico-artistico.
“Come si evince dalle foto - afferma Marcello Mottola, laureato in Diagnostica e Restauro presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli e coordinatore di Portosalvo Giovani - all’analisi visiva il tufo giallo napoletano si presenta notevolmente polverulento. Lo strato superficiale non è compatto e biancastro e ciò è dovuto ad una forte abrasione che ha sottratto il primo livello della pietra. Probabilmente si tratta un risultato ottenuto attraverso l’utilizzo di una sabbiatrice, o di uno strumento simile, utilizzato da un operatore che con il restauro non ha nulla a che fare”.
L’associazione “Portosalvo Giovani” lancia l’allarme: “Non solo lo strato di tufo è stato pesantemente danneggiato, in molte zone il primo strato di pietra non c’è più, e la vernice dei graffiti è stata rimossa solo parzialmente – spiega Marianna Vitiello, laureata in Diagnostica e Restauro - Viene spontaneo chiedersi chi ha effettuato queste puliture? E chi le ha autorizzate?”
Infatti i lavori di pulitura sulla facciata della Chiesa di Santa Chiara sono pressoché misteriosi in quanto non c'è la tabella prevista dalla legge, che ne riporti il committente, l'importo dei lavori, i progettisti, gli estremi dell'autorizzazione comunale, l'impresa, il direttore dei lavori, eccetera.
Quello che è accaduto a Santa Chiara è pericoloso perché si dà l’illusione, com'è sempre accaduto nel mondo del Restauro, che basta aver un prodotto, avere un po’ di manualità per intervenire sui monumenti. Allora a cosa serve frequentare le scuole di restauro? Cosa esiste a fare una normativa che regola le attività di restauro?
Il crescente susseguirsi di episodi incresciosi che hanno deturpato il centro storico partenopeo, patrimonio dell’UNESCO dal 1995, ha fatto maturare la consapevolezza che i giovani restauratori napoletani devono scendere in campo in maniera attiva, con gesti minimali e non violenti, al fine di rivendicare il primato nella conservazione delle opere d’arte della città, molto spesso affidate in mani non qualificate.
Sono anni che il Comitato Portosalvo si spende sul tema dei graffiti vandalici ed ora, attraverso Portosalvo Giovani, i Restauratori napoletani rivendicano un servizio pubblico comunale che dia impiego ai giovani al fine di evitare a chiunque di mettere mano sui monumenti. Un servizio di pulitura e manutenzione dei monumenti capace di fronteggiare questo continuo oltraggio è più che mai necessario.





Tutto il Reportage su http://www.facebook.com/album.php?fbid=180717851958362&id=100000604469213&aid=46795

Marcello Mottola
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191 Posts

Posted - 30 dicembre 2010 :  14:00:34  Show Profile  Visit Marcello Mottola's Homepage  Send Marcello Mottola an AOL message  Click to see Marcello Mottola's MSN Messenger address
Corriere del Mezzogiorno Napoli 30 dicembre 2010 - pag. 7
Articolo di Fuani Marino

Kusuth torna alla luce e santa Chiara ripulita da ignoti

NAPOLI — Per i monumenti e le opere d'arte pubblica sembra che questo Natale sia stato un toccasana. Come per magia, è tornata la luce sul «Convivio di Dante», l'opera al neon firmata dal grande artista concettuale joseph Kosuth ed esposta nelle scale della fermata del metrò collinare. Ad annunciare la riparazione dell'opera, spenta da tre mesi a causa di un cortocircuito, sono stati gli studenti e i laureati in Diagnostica e Restauro dei Beni Culturali del Comitato Civico di S. Maria di Portosalvo, composto da Marcello Mottola, Marianna Vitiello, Luca Martino, Alessia Zaccaria, Mariarosaria Angrisano, Angela Iupariello, Anna Peluso, Federico Tieri, Lucia Cristi, Maira Pedole, Max Piccenna e Viviana Tacchi. Ma se il famoso passo tratto dal Convivio di Dante, che l'artista newyorkese aveva realizzato nella stazione Dante della Metropolitana dell'Arte nel marzo 2002, risulta ripristinato, resta irrisolto il problema della manutenzone — per questa come per tutte le opere presenti nelle stazioni — la cui responsabilità non si sa su chi debba ricadere.
«Miracolo» natalizio anche su due importanti siti e montimenti cittadini, ripuliti dai graffiti da misteriosi giustizieri. Dopo la vicenda della Cappella Pontano è la volta della facciata della Chiesa di Santa Chiara, patrimonio mondiale Unesco dal 1995, e di Castelcapuano, finalmente puliti. Ma l'associazione «Portosalvo Giovani», composta da neolaureati in Restauro del Comitato civico di Portosalvo, lancia comunque un allarme documentato da un ampio reportage fotografico dei siti: «La pulitura abusiva arreca spesso più danni dell'inchiostro delle bombolette spray. All'analisi visiva il tufo giallo napoletano si presenta notevolmente polverulento, lo strato superficiale non è compatto e biancastro e ciò è dovuto ad una forte abrasione che ha sottratto il primo livello della pietra. Probabilmente si tratta un risultato ottenuto attraverso l'utilizzo di una sabbiatrice, o di uno strumento simile, utilizzato da un operatore che con il restauro non ha nulla a che fare». I giovani restauratori napoletani rivendicherebbero per i monumenti sfregiaci un servizio pubblico comunale che assoldi professionisti qualificati al fine di evitare a chiunque di mettere mano sui monumenti.


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lavegliadellamorte
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4 Posts

Posted - 30 dicembre 2010 :  20:39:59  Show Profile
Ero presente mentre effettuavano i lavori.
Era il 17 Dicembre, di mattina. C'erano tre ragazze, due avevano il camice bianco ed una no.
Avevano dei prodotti che miscelavano a seconda della scritta. Si è fermato anche un signore che diceva di essere esperto della materia perchè da giovane ha effettuato lavori di restauro ed ha consigliato ad una di queste (la più giovane) come maneggiare il pennello.
Due cancellavano le scritte e dopo una terza passava una spugna bagnata per mandar via non so cosa.
Mi dispiace che non ho fatto foto...volevo pure farle...

Edited by - lavegliadellamorte on 19 gennaio 2011 01:20:13
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Marcello Mottola
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191 Posts

Posted - 31 dicembre 2010 :  00:05:37  Show Profile  Visit Marcello Mottola's Homepage  Send Marcello Mottola an AOL message  Click to see Marcello Mottola's MSN Messenger address
Grazie per la tua testimonianza, comunque preziosa!
Ecco a cosa è affidato il nostro patrimonio culturale a signori che si spacciano per esperti della materia perché da giovani avevano effettuato lavori di restauro!!!
ti assicuro che non c'è materia più bistrattata del restauro. quando ho avuto occasione di lavorare in opere esposte al pubblico, tipo fontane o statue, si avvicinavo a me come minimo 2-3 persone al giorno "esperti in materia perchè da giovani aveva effettuato restauro"

Il discorso è sempre lo stesso: tu ti faresti tirare un dente da uno che non è dentista, passeresti su un ponte non costruito da un ingegnere e sul quale non sono state fatte le dovute verifiche, ti faresti operare da uno che non è un chirurgo, ti faresti costruire casa da chi non è architetto...!? ma non c'è proprio la considerazione della nostra categoria professionale!!!
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Marianna Vitiello
Moderator

Italy
154 Posts

Posted - 01 gennaio 2011 :  18:53:20  Show Profile  Visit Marianna Vitiello's Homepage
Contro il senso civico
Napoli affoga nella monnezza e chi pulisce rischia la denuncia
Articolo di GENNARO MALGIERI

Napoli impagabile e stupefacente. Non finisce mai di sorprendere. Nella buona e nella cattiva sorte. Assediata ddall'immondizia,a rischio di epidemie, incubatrice, di disordini e dominata dalla malavita, c'è pure qualcuno che si ostina a volerle bene al punto da mettersi a ripulire le facciate degli antichi palazzi daglì osceni graffiti che le deturpato. Li hanno,chiamanti "giustizieri": sono ignoti e non chiedono nulla, neppure un po' di riconoscenza. Vorrebbero soltanto poter essere lasciati liberi di svolgere, anonimamente un servizio civile per la loro città. Altrove li avrebbero innalzati sugli scudi, a Napoli gli danno la caccia perché, sostiene un Cumitato denominato "Portosalvo", il loro lavoro, lungi dall'essere encomiabile, potrebbe rivelarsi pericoloso per gli stessi monumenti in quanto i "ripulitori" non avrebbero le competenze tecniche per poter intervenire. Insomma, se ne stiano alla larga per non a aggiungere danni a quelli che intente no generosamente ma non ingenuamente rimuovere.
Agli ignoti anti-graffitari non è stata risparmiata neppure una diffida mentre i napoletani, nei giorni scorsi, sono rimasti di stucco nell'ammirare, dopo decenni, ripuliti dalle scritte selvagge la Chiesa di Santa Chiara e Castel Capuano, due degli edifici di maggior pregio e storicamente tra i più significativi di Napoli. Il Comitato, eccitateto per l'affronto, ha allertato il Comune e Soprintenza affinché gli "esperti" intervengano al posti degli abusivi e questi rientrino nell'ombra, senza permettersi di "attentare" ai beni preziosi dell'immacolata città se non vogliono rischiare addirittura una denunciapenale per danneggiamento
Se si considera che la cancellazione di banali fissi d'amore, ad opera di adetti autorizzati, dai muri del Maschio Angioino è costato all'erario venti-cinquemila euro, si dovrebbe proporre un monumento a chi si adopera gratuitamente allo stesso scopo. Invece gli si intima di riporre acidi e pennelli perché la loro opera potrebbe danneggiare gli edifici che marciscono attorniati dai rifiuti, frequentati dai ratti, impregnati da un lezzo asfissìante e oggetti di ordinario vandalismo.Insomma. Napoli muore eppure c'è chi vorrebbe, in qualche modo, tenerla in vita agendo in privato laddove la mano pubblica non riesce neppure a dare una pennelata di vernice su scritte spesso oscene che contribuiscono ad avvilire la città che è diventata l'anticamera dell'inferno.
Occultata la bellezza, a Napoli resta, comunque, il gran cuore di molti oscuri cittadini. Non va bene neanche questo. E perciò c'è chi invoca leggi e regolamenti mentre la città si dissolve nell'incuria. Ci sarebbe da ridere se non avessimo voglia di piangere. E nel capoluogo partenopeo, a dire la verità, si ride e si piange ad intermittenza.Cosa voliamo fare di fronte all'ultimo espediente partorito dalla fantasia di napoletani che, nonostante tutto, non intendono rinunciare ai botti di Capodanno, ai festeggiamenti un bel po' sguaiati e a quell'incomprensibile lancio di oggetti dalle finestre e balconi che da sempre connota l'arrivo del nuovo anno? Non sappiamo se ridere o piangere, infatti. avendo appreso che per non correre rischi gli industriosi cittadini hanno bagnato i rifiuti affinché non si incendino con i petardi ed i mortaretti a cui tutti non intendono rinunciare neppure se in una sola notte in cambio qualcuno gli promettesse il miracolo di eliminare dalle strade i cumuli di immondizia.
Si dirà che c'è della follia in tutto questo. Può essere. E si potrebbe perfino giustificarla in ragione di un carattere che non è possibile cambiare dall'oggi al domani. Si festeggi pure, allora, nel modo che più conviene e soddisfa, ma si lasci anche a chi non ha proprio voglia e motivo di sparare fuochi a mare e tirare dai piani alti piatti e lavandini, la possibilità di riputire quel che si può ripulire: i resti, per quanto cadenti , pur sempre antichi e nobili di una capitale che non merita di finire com'è finita. Anzi, agli ignoti ripulitori il capo dello Stato, quando, come da tradizione, arriverà a Napoli la mattina di Capodanno, dedichi piuttosto un pensiero, una parola, magari davanti al solo monumento che rischia di resistere: la moonnezza.



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Marcello Mottola
Moderator

Italy
191 Posts

Posted - 04 gennaio 2011 :  01:04:57  Show Profile  Visit Marcello Mottola's Homepage  Send Marcello Mottola an AOL message  Click to see Marcello Mottola's MSN Messenger address
quote:
Originally posted by Marianna Vitiello

Contro il senso civico
Napoli affoga nella monnezza e chi pulisce rischia la denuncia
Articolo di GENNARO MALGIERI

Napoli impagabile e stupefacente. Non finisce mai di sorprendere. Nella buona e nella cattiva sorte. Assediata ddall'immondizia,a rischio di epidemie, incubatrice, di disordini e dominata dalla malavita, c'è pure qualcuno che si ostina a volerle bene al punto da mettersi a ripulire le facciate degli antichi palazzi daglì osceni graffiti che le deturpato. Li hanno,chiamanti "giustizieri": sono ignoti e non chiedono nulla, neppure un po' di riconoscenza. Vorrebbero soltanto poter essere lasciati liberi di svolgere, anonimamente un servizio civile per la loro città. Altrove li avrebbero innalzati sugli scudi, a Napoli gli danno la caccia perché, sostiene un Cumitato denominato "Portosalvo", il loro lavoro, lungi dall'essere encomiabile, potrebbe rivelarsi pericoloso per gli stessi monumenti in quanto i "ripulitori" non avrebbero le competenze tecniche per poter intervenire. Insomma, se ne stiano alla larga per non a aggiungere danni a quelli che intente no generosamente ma non ingenuamente rimuovere.
Agli ignoti anti-graffitari non è stata risparmiata neppure una diffida mentre i napoletani, nei giorni scorsi, sono rimasti di stucco nell'ammirare, dopo decenni, ripuliti dalle scritte selvagge la Chiesa di Santa Chiara e Castel Capuano, due degli edifici di maggior pregio e storicamente tra i più significativi di Napoli. Il Comitato, eccitateto per l'affronto, ha allertato il Comune e Soprintenza affinché gli "esperti" intervengano al posti degli abusivi e questi rientrino nell'ombra, senza permettersi di "attentare" ai beni preziosi dell'immacolata città se non vogliono rischiare addirittura una denunciapenale per danneggiamento
Se si considera che la cancellazione di banali fissi d'amore, ad opera di adetti autorizzati, dai muri del Maschio Angioino è costato all'erario venti-cinquemila euro, si dovrebbe proporre un monumento a chi si adopera gratuitamente allo stesso scopo. Invece gli si intima di riporre acidi e pennelli perché la loro opera potrebbe danneggiare gli edifici che marciscono attorniati dai rifiuti, frequentati dai ratti, impregnati da un lezzo asfissìante e oggetti di ordinario vandalismo.Insomma. Napoli muore eppure c'è chi vorrebbe, in qualche modo, tenerla in vita agendo in privato laddove la mano pubblica non riesce neppure a dare una pennelata di vernice su scritte spesso oscene che contribuiscono ad avvilire la città che è diventata l'anticamera dell'inferno.
Occultata la bellezza, a Napoli resta, comunque, il gran cuore di molti oscuri cittadini. Non va bene neanche questo. E perciò c'è chi invoca leggi e regolamenti mentre la città si dissolve nell'incuria. Ci sarebbe da ridere se non avessimo voglia di piangere. E nel capoluogo partenopeo, a dire la verità, si ride e si piange ad intermittenza.Cosa voliamo fare di fronte all'ultimo espediente partorito dalla fantasia di napoletani che, nonostante tutto, non intendono rinunciare ai botti di Capodanno, ai festeggiamenti un bel po' sguaiati e a quell'incomprensibile lancio di oggetti dalle finestre e balconi che da sempre connota l'arrivo del nuovo anno? Non sappiamo se ridere o piangere, infatti. avendo appreso che per non correre rischi gli industriosi cittadini hanno bagnato i rifiuti affinché non si incendino con i petardi ed i mortaretti a cui tutti non intendono rinunciare neppure se in una sola notte in cambio qualcuno gli promettesse il miracolo di eliminare dalle strade i cumuli di immondizia.
Si dirà che c'è della follia in tutto questo. Può essere. E si potrebbe perfino giustificarla in ragione di un carattere che non è possibile cambiare dall'oggi al domani. Si festeggi pure, allora, nel modo che più conviene e soddisfa, ma si lasci anche a chi non ha proprio voglia e motivo di sparare fuochi a mare e tirare dai piani alti piatti e lavandini, la possibilità di riputire quel che si può ripulire: i resti, per quanto cadenti , pur sempre antichi e nobili di una capitale che non merita di finire com'è finita. Anzi, agli ignoti ripulitori il capo dello Stato, quando, come da tradizione, arriverà a Napoli la mattina di Capodanno, dedichi piuttosto un pensiero, una parola, magari davanti al solo monumento che rischia di resistere: la moonnezza.









Alla corte attenzione del direttore Maurizio Belpietro

Egregio direttore,
Il collega Gennaro Malgieri (probabilmente giornalista professionista, laddove io sono giornalista pubblicista) ha firmato l’articolo Napoli affoga nella mondezza E chi pulisce rischia la denuncia (con il sovratitolo Contro il senso civico ed il sottotitolo Un ignoto toglie i graffiti dai monumenti, il Comune minaccia: non è compito suo), pubblicato sul quotidiano Libero di giovedì 30 dicembre 2010.
Un articolo di costume, che tra l’altro vuole sottolineare il paradosso per cui un gesto di “senso civico” (ripulire la facciata di una chiesa) potesse essere sanzionato su denuncia del Comune di Napoli (che non aveva però provveduto lui ad organizzare un servizio di manutenzione e ripulitura dei monumenti imbrattati). L’articolo ha indubbiamente centrato la contraddizione, ma -a mio parere- il collega si è schierato dalla parte che i napoletani ben conoscono, cioè quella dell’”arrangiarsi” (tentata soluzione individuale in alternativa alla mancata o inefficiente soluzione dei problemi concreti da parte delle istituzioni). Per me questo è riassumibile nel tema della “legalità”: i cittadini devono continuare ad arrangiarsi oppure democraticamente adoperarsi affinché le istituzioni funzionino, cioè svolgano i loro compiti ?!?
“Con il secchio e con la spugna” fu un’iniziativa concreta e simbolica di ripulitura di taluni monumenti che tempo fa il Comitato civico di Portosalvo di Napoli (con l’ausilio di giovani laureati in restauro) attuò allo scopo di mettere in mora il Comune di Napoli per il mancato allestimento del servizio di manutenzione e ripulitura dei monumenti imbrattati (servizio che esiste e funziona in altre citta d’arte italiane). L’iniziativa ebbe riscontro a livello mediatico, non procurò danni ai monumenti ed avviò un’iniziale interlocuzione con le istituzioni. Ecco bisogna proseguire in un percorso che coniughi legalità e professionalità. Questo è a mio avviso il “senso civico”: coniugare la propria indignazione con procedure e metodi non violenti al fine di far sì che le istituzioni svolgano i loro compiti! Non certo continuare ad arrangiarsi, con le conseguenze negative prodotte da interventi non professionali! In mancanza di un medico mica si fa intervenire un “barbiere” (anche se nei secoli scorsi le due funzioni erano interconnesse)!
Concludo con una surreale e provocativa proposta nella scia dell’arrangiarsi nei riguardi del tema dei rifiuti. Una catena di Sant’Antonio relativa alla monnezza: ogni cittadino di Napoli e provincia “regala” a dieci amici o conoscenti di fuori regione dieci sacchetti di monnezza. Nell’attesa che le istituzioni preposte organizzino un efficace ed efficiente servizio di smaltimento dei rifiuti, questo “senso civico” operativo potrebbe essere l’equivalente del “senso civico” di chi ha “ripulito” dagli imbrattamenti la Chiesa di Santa Chiara di Napoli. Così il collega Gennaro Malgieri potrà scrivere un altro “brioso” articolo di costume, se carabinieri e magistratura dovessero intervenire contro i partecipanti alla catena di Sant’Antonio della monnezza per “cessione illegale di rifiuti” (con l’eventuale aggravante del concorso con altri) !!!

Marcello Mottola
Giornalista pubblicista
dottore in Diagnostica e Restauro di Beni Culturali
collaboratore del Comitato Civico di Santa Maria di Portosalvo

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