Marcello Mottola
Moderator
 
Italy
191 Posts |
Posted - 04 dicembre 2009 : 16:17:02
|
Allarme writers selvaggi. Ferite a morte chiese, fontane, mura d'epoca e statue della città. Il 90% del patrimonio monumentale napoletano, considerato dall’Unesco bene mondiale dell'Umanità dal 1995, è imbrattato da scritte che per lo più nulla hanno di artistico, come denunciato dal «Comitato Civico di S. Maria di Portosalvo». Negli ultimi mesi c’è stata un’intensificazione di raid barbarici a colpi di bombolette spray, con gravi danni per i luoghi d’arte. E le associazioni del centro storico chiedono un piano di tutela e di contrasto all’amministrazione comunale.

La denuncia dei Comitati Civici
Dilaga la moda dei writers selvaggi. Graffiti e scritte minacciano il patrimonio artistico del centro storico di Napoli, preso d’assalto da raid barbarici a colpi di bombolette spray. Il fenomeno dell’inquinamento grafico è in forte crescita e compromette l’intero centro cittadino, decretando il trionfo dell’arte sfregiata, abbandonata e mai restaurata. Le azioni ai danni dei luoghi d’arte si sono moltiplicate negli ultimi mesi, arrivando a colpire il 90% del patrimonio partenopeo, considerato bene mondiale dell’umanità dal 1995, come denunciato dal comitato civico di Santa Maria di Portosalvo. Il vandalismo dei graffiti ferisce a morte chiese, fontane, mura d’epoca e statue, imbrattate da scritte e scarabocchi che si diffondono sempre di più. Lo scempio è perpetuato «senza che vi sia una corrispondenza istituzionale di provvedimenti per salvaguardare il patrimonio estetico di un territorio, privo di un sistema di pulitura e manutenzione dei beni artistici, abbandonati all’incuria», affermano dal comitato civico, già impegnato in una campagna di sensibilizzazione anti-graffitismo. Il degrado estetico è sotto gli occhi di tutti, ma in particolare la gravità dei danni inflitti al patrimonio artistico riguarda venti presidi architettonici, distinti tra chiese, palazzi e monumenti, tra cui il monastero di Santa Chiara, le antiche mura in bugnato della Chiesa del Gesù Nuovo, il monumento a Dante Alighieri in piazza Dante, il palazzo delle Poste in piazza Matteotti, le colonne della Galleria Umberto I, i portici e i leoni di piazza del Plebiscito e persino il Palazzo Reale, sede della soprintendenza per i beni architettonici, storici e artistici di Napoli, presa di mira dai writers solo qualche giorno fa. I messaggi, tracciati con spray che danneggiano e alterano non solo l’aspetto ma anche la composizione materica dei monumenti, sono frasi d’amore, insulti, slogan di denuncia e spesso veri e propri marchi territoriali. Simbolo della diffusa attività di marcamento del territorio urbano, ad esempio, è la scritta «Mastiffs», ricorrente ben dieci volte nel percorso che va da Port’Alba a San Lorenzo Maggiore. La scritta, esempio emblematico della volontà di imporre leadership e controllo sul territorio, è riconducibile a gruppi di ultrà che dal 2004 hanno messo sotto assedio il centro storico, imbrattando facciate di chiese ed edifici con scritte di colori sgargianti e dimensioni giganti. A fronte delle numerose segnalazioni e del volantinaggio portato avanti dal Comitato di Portosalvo per informare i cittadini del crescente degrado, pochi giorni fa il Comune di Napoli ha riunito una tavola rotonda, a cui era presente anche l’associazione Città antica, alcuni rappresentanti della soprintendenza ai beni artistici e Diego Guida, assessore comunale al Decoro urbano. La gravità della situazione, per cui l’Unesco ha chiesto alle amministrazioni locali di elaborare un piano di gestione, è stata monitorata dal comitato di Portosalvo, che ha individuato un intero percorso del graffitismo, da piazza Dante a piazza Mercato, richiedendo l’attuazione delle «sentinelle dell’arte», una task force di esperti da impiegare per la manutenzione costante dei monumenti. Tra le soluzioni proposte dalle istituzioni, è emersa l’ipotesi di recintare alcuni presidi artistici con cancelli o protezioni. «Un progetto impraticabile se consideriamo le centinaia di chiese che sono state recintate con cancelli che oggi sono divenuti ricettacolo di rifiuti - replicano dal comitato civico - per cui l’unica vera necessità è avviare un sistema di manutenzione oppure creare una tavola rotonda permanente per tutelare le esigenze del centro storico».
Intervista - Pariante figuraccia agli occhi dell'unesco
«Napoli caso anomalo nel panorama internazionale». Non ha dubbi Antonio Pariante, presidente del comitato civico di Santa Maria di Portosalvo. Perché esiste un caso Napoli? «Vede, le condizioni disperate dei beni artistici della città sono da inquadrare nella più ampia problematica della mancanza di un piano di gestione del centro storico, che non esiste da quindici anni». Che tipo di provvedimenti sono stati adottati in merito? «A seguito di una visita ispettiva da parte dei vertici Unesco, l’organizzazione per la salvaguardia del patrimonio mondiale dell’umanità aveva stabilito un ultimatum per cui le amministrazioni locali avrebbero dovuto elaborare un adeguato piano di gestione entro il 2011. È da sottolineare la straordinarietà dell’evento, a cui seguì un Consiglio degli Stati membri di Siviglia per decidere come risolvere l’emergenza partenopea». Qual è la situazione attuale? «Dopo l’ispezione, il comitato di Portosalvo ha realizzato un dettagliato reportage sul graffitismo selvaggio, aggiornando costantemente l’Unesco e segnalando la gravità della situazione anche alle amministrazioni locali. Il risultato è che, invece di attendere il 2011, l’Unesco invierà un equipe di esperti entro gennaio, così da farli interagire con la cabina di regia che dovrà sviluppare il piano e destinarvi le giuste risorse economiche. È una svolta contro tutte le carenze e le inadempienze delle amministrazioni locali».
(Il Mattino - di Milena Chiapparino) |
|