Marcello Mottola
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Posted - 10 gennaio 2010 : 22:51:24
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Il caso: addio alla cappella dell’università gestita dai domenicani. La decisione per difficoltà economiche Troppi furti e pochi sacerdoti, chiusa San Pietro Martire
La resa. Il portone sbarrato della chiesa di San Pietro Martire. Le chiavi sono state consegnate al cardinale

(fonte: newfotosud)
Mancanza di sacerdoti, difficoltà economiche, furti e finanche rapine. Sono questi i motivi che hanno indotto le autorità ecclesiastiche a sbarrare al culto una delle più belle testimonianze artistiche del tredicesimo secolo: chiude infatti ai fedeli il portone dell’antica chiesa di San Pietro Martire, al corso Umberto I. Dal 31 dicembre i due anziani sacerdoti hanno sprangato definitivamente il monumentale portone interdicendo così l’accesso ai frequentatori abituali del tempio. La denuncia arriva da Antonio Pariante, presidente del «Comitato civico di Santa Maria di Portosalvo» che, in una nota, scrive: «Dopo una lenta ed inesorabile agonia è stato sbarrato il portone della chiesa di San Pietro Martire che è anche sede della cappella universitaria. Forte è il rammarico dei residenti e dei numerosi fedeli della zona, soprattutto di quelli più anziani che, dopo la chiusura delle altre chiese del quartiere si ritrovano ora a dover rinunciare alla messa». Grande disappunto viene espresso, dunque, dal Comitato Portosalvo che da anni si batte per il riscatto del patrimonio chiesistico napoletano «abbandonato nelle mani dei predatori di opere d’arte e vandali che profanano questi luoghi sacri senza nessun impedimento» come è scritto nel comunicato di Pariante. «In tutto il centro storico di Napoli, che è sotto la tutela dell’Unesco dal 1995 - spiega Pariante - sono circa duecento le chiese chiuse o in rovina a causa della assoluta mancanza di un Piano di Gestione per la corretta tutela e conservazione di questo grande patrmonio storico e artistico rappresentato, in gran parte, proprio dalle bellissime e preziose chiese dell'arte napoletana attulamente in rovinosa estinzione». A tal proposito, grazie proprio alle continue denunce del comitato di Portosalvo, è stata recentemente avanzata una interrogazione parlamentare al ministro dei Beni Culturali per avere risposte sul depauperamento del patrimonio chiesistico napoletano che è pertanto anche patromonio mondiale dell’umanità. «Secondo l’opinione del Comitato di Portosalvo, le responsabilità, in termini di incuria e di abbandono, sono tutte da ricercare in ambito locale». Infine Pariante lancia un messaggio al cardinale: «Sepe è intenzionato a riaprire un buon numero di chiese, ma fa subito i conti con la chiusura della storica e monumentale chiesa di San Pietro Martire». Fondata nel 1294, la chiesa che sorge in prossimità della sede centrale dell’Università Federico II, ha chiuso dunque i battenti. Spiega Gianfranco Wurzburger, assessore alla Vivibilità della II Municipalità: «Il padre provinciale dei domenicani ha consegnato, a fine anno 2009, al cardinale Crescenzio Sepe le chiavi di San Pietro Martire». Quindi l’auspicio: «Mi auguro, comunque, che la chiesa venga presto riaperta al culto. Anche perché San Pietro Martire è sempre stato un punto di riferimento per i giovani del quartiere, soprattutto del Borgo Orefici, nonché riferimento per i giovani sudenti universitari che prima di recarsi nelle aule della facoltà di Lettere o Giurisprudenza affidavano le loro preghiere a San Pietro Martire».
(Marisa La Penna - il Mattino 10 gennaio 2010) |
Edited by - Marcello Mottola on 10 gennaio 2010 22:54:50 |
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